A Cesare quel che di Cesare è


Non voglio dilungarmi con i titoli deli due libri di poesie (AA.VV.) che ho ricevuto recentemente in regalo, né il motivo del gradito omaggio. La cosa più importante è che in uno di questi ho ritrovato una poesia stranota a tutti (o quasi) i naviganti web di cui, però, nessuno (o quasi) conosce realmente l’autore o, meglio, l’autrice. Fino a qualche ora fa, nemmeno io. Tant’è che l’avevo pure postata nel vecchio blog attribuendola a Jacques Brel (cantautore poeta belga), mentre è di Mannick – nome d’arte di Marie-Annick Rétif – cantautrice francese. Non per voler mettere in dubbio l’editore, ma giusto per maggiore sicurezza, ho fatto approfondita ricerchina e… sì, l’autrice è solo lei.
Lo so, in rete ce ne sono a iosa di corbellerie del genere con poesie, citazioni e via dicendo, per questo, e per rispetto verso gli Autori, evito di copiare dal web.
Ad ogni modo, portare il cilicio per far ammenda al mio precedente misfatto mi pare esagerato, mentre trascrivere il testo integrale della poesia è decisamente un piacevole modo per scontare la pena 😉, sicché…

Conosco delle navi (Je connais des bateaux)

Conosco delle navi che rimangono in porto
per paura che le correnti le trascinino troppo forte,
conosco delle navi che arrugginiscono in porto
per non rischiare mai di alzare la vela.

Conosco delle navi che si dimenticano di partire,
temono il mare a forza di invecchiare,
e mai le onde le hanno separate,
il loro viaggio è finito prima di cominciare.

Conosco delle navi talmente incatenate
che hanno disimparato a guardarsi,
conosco delle navi che restano a sciabordare
per essere davvero sicure di non abbandonarsi.

Conosco delle navi che vanno a due a due
ad affrontare la mareggiata quando incombe la tempesta,
conosco delle navi che si graffiano un poco
sulle rotte oceaniche dove le porta il loro gioco.

Conosco delle navi che non hanno mai finito
di sposarsi ogni giorno della loro vita
e che non temono, talvolta, d’allontanarsi
l’una dall’altra un momento per meglio ritrovarsi.

Conosco delle navi che tornano in porto
solcate dappertutto ma più gravi e forti,
conosco delle navi stranamente simili
quando si sono spartite anni di sole.

Conosco delle navi che ritornano all’amore
quando hanno navigato fino all’ultimo giorno,
senza mai ripiegare le loro ali di giganti
perché hanno il cuore a misura d’oceano.

Mannick
Traduzione di R. Rossi Precerutti

à la prochaine
cb

33 pensieri su “A Cesare quel che di Cesare è”

    1. 😂 e niente, è capitato. Ma ora taccio per 44 giorni così mi metto in pari 😂

      l’errore non è tanto nel testo quanto nell’attribuzione dell’autore.
      Ancora adesso se cerchi Questa poesia la maggior parte dei siti dice che è di Brel. Il motivo? Si copiano tutti a vicenda… (io però, ai tempi, non l’avevo presa dal web, me l’aveva mandata un amico 🤫)

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      1. Ma no… ed io come faccio fino al 20 Aprile circa senza i tuoi post? 🥰😂

        Comunque se avevi voglia di scrivere questo piccolo appunto, hai fatto bene, perché hai aumentato la mia conoscenza 🙂

        Sì, so che l’errore era nell’attribuzione dell’autore, ma per me è come se non l’avessi mai fatto 😁

        Ti voglio dare qualche fresca notizia dalle mie parti… forse sono al 30 o 40 % sul nuovo articolo… sulle tempistiche… prima del cambio di stagione da calendario 😉

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    1. Sfondi una porta aperta, Vitt. Ne ho sgamati un paio (nello scorso blog) che scopiazzavano poeti prendendosi il merito.
      E ti dirò di più, ne son rimasta vittima anch’io per un paio di volte. No, non erano blogber, erano “amiche” entusiaste al punto delle mie panzanate che han creduto bene di farle proprie e pubblicarle una su FB e l’altra come capitolo di un libro che, per fortuna non ha visto la luce (o almeno spero che sia ancora al buio). Ciliegina sulla torta: entrambe mi han fatto leggere con orgoglio come han infiocchettato il misfatto. Baaaahh. Incredibile vero, Vitt. E però è successo. Giuro!!
      Ma tant’è

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  1. Giusto citare le fonti e quelle giuste. Il vizio di copiare e prendersi i meriti è molto forte e diffuso. L’unica volta che ho inserito poesie non mie è stato quando ho scritto Goethe e la felicità nascosta – lo puoi scaricare gratis da Kobo, IBS o La Feltrinelli, però ho usato il testo tedesco con mia traduzione. In ogni caso ho citato la fonte.

    Comunque bella la poesia postata.

    Bella serata Cate

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