Lo straniero

Tra il telefono che non smette di trillare, medici con i nervi a fior di pelle e pazienti impazienti per le lunghe attese, è una mattinata d’inferno per Cristina l’addetta alla reception dello studio medico associato dove, da mesi, lavora a tempo più che pieno. Finalmente, alle 13:20, lo studio è vuoto e sei minuti dopo eccola chiudersi il portone alle spalle e, inspirata una lunga sorsata d’aria, avviarsi a passo svelto verso il baretto della piazzetta in fondo alla via dove abitualmente si ferma per la pausa pranzo.

Di circondarsi di mura e inzupparsi di neon non ne ha punto voglia, quindi – ordinato al barman un piatto di prosciutto e melone, e una bottiglietta d’acqua a temperatura ambiente – si precipita a sedersi all’unico tavolino libero riscaldato dal tepore del sole primaverile che filtra dagli ombrelloni a spicchi rossi e gialli. Una sorta di assaggio dell’agognata vacanza al mare così in là da venire.
In attesa del pasto, scorge due ragazzi, appoggiati al muretto di recinzione dell’antica villa, che non smettono di parlottare perdendosi l’uno negli occhi dell’altra. Sul viso di Cristina affiora la smorfia amara del rimpianto per la sua storia d’amore finita e mai, finora, metabolizzata.

L’arrivo del cameriere con l’ordinazione la riporta al presente costringendola a spostare l’attenzione altrove ed ecco che vede avanzare uno spettacolare esemplare di maschio mai avvistato prima da quelle parti. In impeccabile abito bianco, con un’eleganza senza pari e il passo leggero di un danzatore, il tipo avanza deciso verso la donna.
Cristina, estasiata, lo segue con lo sguardo fino a che non la raggiunge e le si siede accanto, fissandola con due occhioni di un raro verde glauco, composto, immobile, e armato di un sorriso sornione da far girare la testa.

Sicuramente è uno straniero o forse solo uno di poche parole, fatto sta che la donna ammaliata, non può far a meno di sussurrargli:
«Ciao, splendore…»
Lui, senza emetter suono né scomporsi, fa quel gesto inequivocabile – ben noto a Cristina – di passarsi la lingua appena appena sotto quel suo paio di baffi a matita spessa da star holliwoodiana.
A quel segnale, la donna sorride e con due dita prende una fetta di prosciutto dal suo piatto, gli si fa più vicino e quasi lo imbocca.  Lui, piega un po’ la testa, ringrazia con un «Miaoo…» e, afferrato il bottino, scappa a divorarlo chissà dove.

cb